Costruirsi un diario giornaliero che metta in evidenza la comparsa e l’intensità dell’ansiao dell’irritabilità e dell’umore depresso per diversi mesi (3-4) consecutivi può essere un utile strumento per percepire con maggiore obiettività la presenza e l’andamento della sindrome premestruale.
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Le emozioni del mio post-partum
Le emozioni fanno parte della nostra vita, colorano gli eventi con note positive o negative, appartengono ad ognuno di noi. Quando le emozioni diventano troppo forti perché molto intense o preponderanti nella giornata tanto da metterti in difficoltà è importante in primo luogo riconoscerle.
Depressione in Gravidanza e nel Post-parto
Il periodo della gravidanza e il post-partum sono momenti in cui la donna è molto vulnerabile e può essere più soggetta a problemi di depressione.
Per molti anni i medici hanno creduto che l’aumento degli ormoni in gravidanza proteggesse le donne dalla depressione ed è opinione comune pensare che ogni donna in gravidanza è felice per la formazione di una nuova vita. Per tale ragione in questi momenti così delicati della vita della donna stati depressivi transitori o permanenti non vengono riconosciuti, diagnosticati e quindi trattati adeguatamente.
Nonostante i disturbi dell’umore in puerperio siano molto più frequenti della gestosi, del diabete gestazionale, del parto prematuro e si annoverino tra le principali cause della solitudine femminile, ancora troppo spesso vengono sottovalutati dalla medicina così come non vengono presi nella giusta considerazione neppure dai media e dall’opinione pubblica.
Per tali ragioni O.N.Da intende affrontare il tema dei disturbi dell’umore proprio quando si legano a questa fase così delicata della vita della donna, per capirne le cause ed informare le future madri e le neomamme sugli strumenti esistenti per affrontarla.
O.N.Da nasce nel 2005 per creare una cultura scientifica nella popolazione perché l’informazione corretta è il primo passo per affrontare le malattie. In particolare si occupa delle patologie femminili allo scopo di seguire ed aiutare le donne nelle problematiche di salute che più spesso le riguardano ma che la società ancor oggi spesso non considera.
L’impegno di O.N.Da per la depressione in gravidanza e nel postpartum si sviluppa in due momenti distinti: un impegno istituzionale e un impegno informativo di comunicazione.
Fare cose per stare bene
Le madri affette da depressione post-partum tendono a concentrarsi su alcune attività principali che “devono” essere fatte, vale a dire badare al neonato e agli altri bambini, svolgere le faccende di casa o semplicemente lavorare…
Divento assertiva per gestire meglio il mio post-partum
L’assertività è un atteggiamento verso se stessi e verso gli altri corretto e utile. Quando siete assertivi, potete chiedere ciò che volete:
. In maniera aperta e diretta.
. In modo appropriato, rispettando le opinioni e i diritti di tutti, e aspettandosi che gli altri facciano lo stesso.
. Con fiducia, e senza eccessiva ansia.
. Essere assertivi aumenta la fiducia in sé stessi e il rispetto degli altri nei vostri confronti.
Un’amica utile
Immagina di avere un’amica intima con una depressione nel post-partum.
È in difficoltà perché giù di umore e questo non la fa sentire bene…
Ci sono dei sintomi specifici che caratterizzano la depressione in menopausa?
In realtà la maggior parte dei sintomi depressivi è sovrapponibile, indipendentemente dal periodo d’insorgenza. Ci sono però alcune manifestazioni psicopatologiche che si presentano con una frequenza più elevata negli episodi depressivi climaterici, pur non rappresentandone un marcatore specifico: in particolare, i disturbi del sonno, specialmente associati a sudorazione notturna, l’irritabilità, sensazioni di stanchezza diffusa e di mancanza di energia e di efficienza, anche sul piano cognitivo (difficoltà di concentrazione, deficit di memoria).
Il calo di ormoni influenza il carattere in menopausa?
A seguito della carenza di ormoni estrogeni, si possono verificare soprattutto alcune alterazioni nella modalità di affrontare la realtà e di reagire alle frustrazioni: la donna si trova pertanto a tollerare in misura minore le difficoltà della vita quotidiana, comprese quelle relazionali, con la comparsa di un atteggiamento generalmente più ansioso, di irritabilità e di ipersensibilità al giudizio, che possono anche condizionare l’adattamento sociale (maggior chiusura o diminuito desiderio di frequentare le persone amiche) e le relazioni interpersonali all’interno della famiglia.
Qual è il periodo più a rischio per avere una depressione in menopausa?
Il momento più critico è rappresentato dalla perimenopausa, durante la quale si verifica la progressiva perdita della normale funzione ovarica e la fluttuazione dei livelli di estrogeni circolanti; tali fenomeni hanno un’influenza sul sistema nervoso centrale, dove si verifica un continuo adattamento neuronale a tali fluttuazioni. Si tratta quindi di una fase di stress per le cellule nervose, che predispone alle alterazioni del tono dell’umore in senso depressivo, specialmente qualora tale periodo sia particolarmente protratto nel tempo. Gli studi epidemiologici confermano infatti che l’incidenza di episodi depressivi aumenta in particolare proprio durante la perimenopausa, mentre una volta raggiunta la menopausa definitiva essa torna sovrapponibile a quella rilevata nel corso della vita riproduttiva.
La sindrome premestruale può essere influenzata dallo stress?
La sindrome premestruale può essere influenzata anche dallo stress: infatti colpisce con più intensità le donne tra i 30 e i 40 anni. A questa età, le donne hanno più impegni dividendosi tra famiglia e lavoro sovente con la necessità di fare tutto, subito e bene. La ripartizione dei compiti e degli impegni da affrontare secondo priorità e capacità di delegare ad altri potrebbe aiutare a ridurre il carico di tensione che inevitabilmente si accumula quando si cerca di fare tutto da sole senza chiedere aiuto a chi ci sta vicino.
La sindrome premestruale può scatenare aggressività?
Uno dei sintomi gravi della sindrome premestruale è l’aggressività. Il sintomo è tanto più grave quanto più compromette la vita quotidiana della donna rendendola incapace di gestire in modo adeguato relazioni familiare o sociali. Quando ciò avviene e la qualità di vita della donna peggiora drasticamente disturbando le sue capacità di relazione con il mondo si parla di Disturbo Disforico Premestruale. Non è un caso che questo disturbo in America viene riconosciuto come un attenuante nei processi dove una donna è colpevole di reato di aggressione.
L’attività fisica può essere di aiuto quando si soffre di sindrome premestruale?
Quando i disturbi premestruali sono di leggera o media entità, l’attività fisica può contribuire al benessere. Bastano 10-20 minuti di esercizio fisico, possibilmente per 3-4 volte a settimana come una corsa moderata, o lunghe camminate. Il movimento favorisce il rilascio di endorfine, sostanze utili per combattere il dolore, che diminuiscono proprio nei giorni che precedono le mestruazioni. L’attività fisica fa aumentare i livelli di serotonina, il neurotrasmettitore del benessere, importante per ottenere un miglioramento dell’umore ed un sonno riposato. Inoltre le attività fisiche aerobiche aumentano il flusso di sangue diretto ai muscoli di tutto il corpo, e questo aiuta a sciogliere i crampi e a far scomparire il dolore.
Ci sono dei sintomi specifici che caratterizzano la depressione in menopausa?
In realtà la maggior parte dei sintomi depressivi è sovrapponibile, indipendentemente dal periodo d’insorgenza. Ci sono però alcune manifestazioni psicopatologiche che si presentano con una frequenza più elevata negli episodi depressivi climaterici, pur non rappresentandone un marcatore specifico: in particolare, i disturbi del sonno, specialmente associati a sudorazione notturna, l’irritabilità, sensazioni di stanchezza diffusa e di mancanza di energia e di efficienza, anche sul piano cognitivo (difficoltà di concentrazione, deficit di memoria).
Il calo di ormoni influenza il carattere in menopausa?
A seguito della carenza di ormoni estrogeni, si possono verificare soprattutto alcune alterazioni nella modalità di affrontare la realtà e di reagire alle frustrazioni: la donna si trova pertanto a tollerare in misura minore le difficoltà della vita quotidiana, comprese quelle relazionali, con la comparsa di un atteggiamento generalmente più ansioso, di irritabilità e di ipersensibilità al giudizio, che possono anche condizionare l’adattamento sociale (maggior chiusura o diminuito desiderio di frequentare le persone amiche) e le relazioni interpersonali all’interno della famiglia.
La sindrome premestruale può essere influenzata dallo stress?
La sindrome premestruale può essere influenzata anche dallo stress: infatti colpisce con più intensità le donne tra i 30 e i 40 anni. A questa età, le donne hanno più impegni dividendosi tra famiglia e lavoro sovente con la necessità di fare tutto, subito e bene. La ripartizione dei compiti e degli impegni da affrontare secondo priorità e capacità di delegare ad altri potrebbe aiutare a ridurre il carico di tensione che inevitabilmente si accumula quando si cerca di fare tutto da sole senza chiedere aiuto a chi ci sta vicino.
La sindrome premestruale può scatenare aggressività?
Uno dei sintomi gravi della sindrome premestruale è l’aggressività. Il sintomo è tanto più grave quanto più compromette la vita quotidiana della donna rendendola incapace di gestire in modo adeguato relazioni familiare o sociali. Quando ciò avviene e la qualità di vita della donna peggiora drasticamente disturbando le sue capacità di relazione con il mondo si parla di Disturbo Disforico Premestruale. Non è un caso che questo disturbo in America viene riconosciuto come un attenuante nei processi dove una donna è colpevole di reato di aggressione.
L’alimentazione
Si può cercare di alleviare questi sintomi con un’alimentazione adatta, numerosi studi indicano che vi sono sostanze che aggravano i sintomi della sindrome premestruale e altre che la alleviano.
Tra le sostanze che aggravano i sintomi abbiamo:
1. la caffeina;
2. l’alcool;
3. il cloruro di sodio (sale). Il sale contenuto nei cibi può aumentare la ritenzione idrica presente, attenzione quindi ai seguenti alimenti.
Tra quelle che alleviano i sintomi troviamo:
1. il magnesio: è presente in quasi tutti gli alimenti, anche se in concentrazione diversa. Le quantità maggiori sono contenute nei legumi, nei cereali integrali e nella frutta secca.
2. Gli acidi grassi essenziali:nella categoria degli acidi grassi polinsaturi si distinguono gli acidi grassi essenziali. La loro essenzialità deriva dal fatto che non possono essere sintetizzati dall’organismo umano e devono essere quindi introdotti necessariamente con la dieta. Gli acidi grassi della serie ω-3 sono normalmente presenti negli alimenti marini, in alcune piante ed anche in alcuni prodotti animali quali pollo, tacchino e uova mentre gli acidi grassi più importanti della serie ω-6 sono presenti soprattutto negli oli di semi.
3. la vitamina B6: è largamente diffusa negli alimenti di origine sia animale che vegetale e si trova in latte, pesce, cereali, patate, formaggi, spinaci, fagioli, carote.
4. Gli alimenti che favoriscono la produzione di serotonina: viene sintetizzata a partire dall’aminoacido triptofano che, attraverso vari passaggi, viene trasformato in serotonina.
Il triptofano deve essere assunto con la dieta. Esso è contenuto in abbondanza in diversi alimenti: cioccolato, banane, datteri, arachidi, latte e latticini. Ma senza le vitamine B3, B6 e C, il “triptofano” non si trasforma in “serotonina”. La vitamina B3 si trova in grano, orzo, legumi, pomodori, latte, formaggi, pesce, carote, patate e la vitamina C in frutta e verdura fresca (specie agrumi, kiwi, peperoni, broccoli).
5.I fitoestrogeni: hanno una una debole azione ormonale e svolgono un effetto protettivo nei confronti di osteoporosi, malattie cardiovascolari.si trovano in legumi (soia, fagioli, piselli, fave, lenticchie); alcune verdure (cavoli, broccoli, cavoli cappuccio, cavolini , rape e cime di rapa); cereali integrali;noci e semi di lino e girasole.
La Storia di Alessia
La Storia di Alessia è il primo di una serie di video-racconti in pubblicazione nei prossimi mesi, che vogliono raccontare attraverso le parole dei protagonisti delle esperienze di crisi avvenute nel periodo del post-partum.
Il video infatti è stato realizzato a partire dalla lettera inviataci da una ex paziente del centro, nella quale raccontava il suo episodio depressivo, particolarmente esemplificativo, e di come è riuscita, grazie all’aiuto di parenti e dottori, ad uscirne.
Il centro ha deciso di realizzare questo video nella speranza di aiutare le neo madri e le future mamme a non sentirsi “diverse” e sole quando non si sentono in grado di affrontare la maternità come viene immaginata o raccontata. Attraverso la storia di Alessia speriamo anche di aiutarvi a riconoscere quelli che potrebbero i sintomi di una possibile depressione post parto.
Vi auguriamo buona visione:
Cosa posso fare quando iniziano i sintomi della menopausa?
Il climaterio è caratterizzato da una serie di sintomi fisici che talora possono essere confusi con manifestazioni d’ansia patologica e che sonno invece di per sé conseguenza delle modificazioni ormonali in atto.
In particolare, un’elevata percentuale di donne accusa l’insorgenza di vampate di calore (hot flushes) a volte accompagnate da intensa sudorazione, tachicardia e dispnea. Non raramente questi fenomeni possono comparire durante le ore notturne, determinando risvegli improvvisi ed un deterioramento globale della durata e della qualità del sonno.
Questi sintomi possono essere percepiti con un disagio molto variabile da persona a persona, anche se le credenze popolari tendono a minimizzarli considerandoli un fenomeno ineluttabile, cui rassegnarsi con spirito di sopportazione.
In realtà essi possono associarsi anche ad ipertensione arteriosa, che pertanto è bene tenere controllata, ad ansia ed insonnia che rischiano, in caso di loro cronicizzazione, di compromettere anche il tono dell’umore e l’adattamento alla quotidianità.
In realtà, esistono varie strategie terapeutiche che si possono utilizzare per controllare i disturbi postmenopausali: alla terapia ormonale sostitutiva classica, si sono aggiunti negli ultimi anni nuovifarmaci di sintesi, che riescono a contrastare a livello periferico la carenza di estrogeni circolanti, ma riducendo drasticamente gli effetti collaterali.
In alternativa, alcuni farmaci antidepressivi, in special modo quelli che combinano un’azione sul sistema serotoninergico e noradrenergico, hanno dimostrato un’azione vasomotoria in grado di contribuire acontrastare le vampate e la sudorazione conseguente.
In conclusione, è sempre consigliabile riferire al proprio Medico e/o al Ginecologo di fiducia l’insorgenza di disturbi di questo tipo, soprattutto quando determinano un disagio soggettivo significativo, evitando rimedi “fai da te” che non sempre sono efficaci e talora possono risultare controproducenti.
L’alimentazione
Si può cercare di alleviare questi sintomi con un’alimentazione adatta, numerosi studi indicano che vi sono sostanze che aggravano i sintomi della sindrome premestruale e altre che la alleviano.
Tra le sostanze che aggravano i sintomi abbiamo:
1. la caffeina;
2. l’alcool;
3. il cloruro di sodio (sale). Il sale contenuto nei cibi può aumentare la ritenzione idrica presente, attenzione quindi ai seguenti alimenti.
Tra quelle che alleviano i sintomi troviamo:
1. il magnesio: è presente in quasi tutti gli alimenti, anche se in concentrazione diversa. Le quantità maggiori sono contenute nei legumi, nei cereali integrali e nella frutta secca.
2. Gli acidi grassi essenziali:nella categoria degli acidi grassi polinsaturi si distinguono gli acidi grassi essenziali. La loro essenzialità deriva dal fatto che non possono essere sintetizzati dall’organismo umano e devono essere quindi introdotti necessariamente con la dieta. Gli acidi grassi della serie ω-3 sono normalmente presenti negli alimenti marini, in alcune piante ed anche in alcuni prodotti animali quali pollo, tacchino e uova mentre gli acidi grassi più importanti della serie ω-6 sono presenti soprattutto negli oli di semi.
3. la vitamina B6: è largamente diffusa negli alimenti di origine sia animale che vegetale e si trova in latte, pesce, cereali, patate, formaggi, spinaci, fagioli, carote.
4. Gli alimenti che favoriscono la produzione di serotonina: viene sintetizzata a partire dall’aminoacido triptofano che, attraverso vari passaggi, viene trasformato in serotonina.
Il triptofano deve essere assunto con la dieta. Esso è contenuto in abbondanza in diversi alimenti: cioccolato, banane, datteri, arachidi, latte e latticini. Ma senza le vitamine B3, B6 e C, il “triptofano” non si trasforma in “serotonina”. La vitamina B3 si trova in grano, orzo, legumi, pomodori, latte, formaggi, pesce, carote, patate e la vitamina C in frutta e verdura fresca (specie agrumi, kiwi, peperoni, broccoli).
5.I fitoestrogeni: hanno una una debole azione ormonale e svolgono un effetto protettivo nei confronti di osteoporosi, malattie cardiovascolari.si trovano in legumi (soia, fagioli, piselli, fave, lenticchie); alcune verdure (cavoli, broccoli, cavoli cappuccio, cavolini , rape e cime di rapa); cereali integrali;noci e semi di lino e girasole.
Quiz Multimediali
Come comportarsi quando si viene colti da ansie notturne? Come relazionarsi con il partner, ora che il rapporto è cambiato dall’arrivo del figlio?
Una serie di scenari interattivi facili da esplorare, che presentano situazioni comuni a molte donne durante la gravidanza e nel post parto, vi aiuteranno a sviluppare una serie di semplici pratiche quotidiane per affrontare serenamente le difficoltà di tutti i giorni.
La storia di Julia
Questo è il racconto di Julia, libera professionista di 30 anni, residente in Italia da 10 e sposata con Marco. Julia rimane incinta ma, nonostante la felicità iniziale, scoprirà che la gravidanza non è quel periodo idiliaco che immaginiamo.
Al contrario, le insicurezze e le paure legate al parto e le incomprensione con suo marito la porteranno a soffrire gravemente di ansia.
Questo racconto è stato creato dal Centro Psiche Donna a partire dalle esperienze raccolte negli anni da diverse pazienti del centro. Abbiamo deciso di realizzare questo video nella speranza di aiutare le future mamme a non sentirsi “diverse” e sole quando non si sentono in grado di affrontare la maternità come viene immaginata o raccontata.
Buona visione!