In realtà la maggior parte dei sintomi depressivi è sovrapponibile, indipendentemente dal periodo d’insorgenza. Ci sono però alcune manifestazioni psicopatologiche che si presentano con una frequenza più elevata negli episodi depressivi climaterici, pur non rappresentandone un marcatore specifico: in particolare, i disturbi del sonno, specialmente associati a sudorazione notturna, l’irritabilità, sensazioni di stanchezza diffusa e di mancanza di energia e di efficienza, anche sul piano cognitivo (difficoltà di concentrazione, deficit di memoria).
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Il calo di ormoni influenza il carattere in menopausa?
A seguito della carenza di ormoni estrogeni, si possono verificare soprattutto alcune alterazioni nella modalità di affrontare la realtà e di reagire alle frustrazioni: la donna si trova pertanto a tollerare in misura minore le difficoltà della vita quotidiana, comprese quelle relazionali, con la comparsa di un atteggiamento generalmente più ansioso, di irritabilità e di ipersensibilità al giudizio, che possono anche condizionare l’adattamento sociale (maggior chiusura o diminuito desiderio di frequentare le persone amiche) e le relazioni interpersonali all’interno della famiglia.
Qual è il periodo più a rischio per avere una depressione in menopausa?
Il momento più critico è rappresentato dalla perimenopausa, durante la quale si verifica la progressiva perdita della normale funzione ovarica e la fluttuazione dei livelli di estrogeni circolanti; tali fenomeni hanno un’influenza sul sistema nervoso centrale, dove si verifica un continuo adattamento neuronale a tali fluttuazioni. Si tratta quindi di una fase di stress per le cellule nervose, che predispone alle alterazioni del tono dell’umore in senso depressivo, specialmente qualora tale periodo sia particolarmente protratto nel tempo. Gli studi epidemiologici confermano infatti che l’incidenza di episodi depressivi aumenta in particolare proprio durante la perimenopausa, mentre una volta raggiunta la menopausa definitiva essa torna sovrapponibile a quella rilevata nel corso della vita riproduttiva.
Ci sono dei sintomi specifici che caratterizzano la depressione in menopausa?
In realtà la maggior parte dei sintomi depressivi è sovrapponibile, indipendentemente dal periodo d’insorgenza. Ci sono però alcune manifestazioni psicopatologiche che si presentano con una frequenza più elevata negli episodi depressivi climaterici, pur non rappresentandone un marcatore specifico: in particolare, i disturbi del sonno, specialmente associati a sudorazione notturna, l’irritabilità, sensazioni di stanchezza diffusa e di mancanza di energia e di efficienza, anche sul piano cognitivo (difficoltà di concentrazione, deficit di memoria).
Il calo di ormoni influenza il carattere in menopausa?
A seguito della carenza di ormoni estrogeni, si possono verificare soprattutto alcune alterazioni nella modalità di affrontare la realtà e di reagire alle frustrazioni: la donna si trova pertanto a tollerare in misura minore le difficoltà della vita quotidiana, comprese quelle relazionali, con la comparsa di un atteggiamento generalmente più ansioso, di irritabilità e di ipersensibilità al giudizio, che possono anche condizionare l’adattamento sociale (maggior chiusura o diminuito desiderio di frequentare le persone amiche) e le relazioni interpersonali all’interno della famiglia.
Cosa posso fare quando iniziano i sintomi della menopausa?
Il climaterio è caratterizzato da una serie di sintomi fisici che talora possono essere confusi con manifestazioni d’ansia patologica e che sonno invece di per sé conseguenza delle modificazioni ormonali in atto.
In particolare, un’elevata percentuale di donne accusa l’insorgenza di vampate di calore (hot flushes) a volte accompagnate da intensa sudorazione, tachicardia e dispnea. Non raramente questi fenomeni possono comparire durante le ore notturne, determinando risvegli improvvisi ed un deterioramento globale della durata e della qualità del sonno.
Questi sintomi possono essere percepiti con un disagio molto variabile da persona a persona, anche se le credenze popolari tendono a minimizzarli considerandoli un fenomeno ineluttabile, cui rassegnarsi con spirito di sopportazione.
In realtà essi possono associarsi anche ad ipertensione arteriosa, che pertanto è bene tenere controllata, ad ansia ed insonnia che rischiano, in caso di loro cronicizzazione, di compromettere anche il tono dell’umore e l’adattamento alla quotidianità.
In realtà, esistono varie strategie terapeutiche che si possono utilizzare per controllare i disturbi postmenopausali: alla terapia ormonale sostitutiva classica, si sono aggiunti negli ultimi anni nuovifarmaci di sintesi, che riescono a contrastare a livello periferico la carenza di estrogeni circolanti, ma riducendo drasticamente gli effetti collaterali.
In alternativa, alcuni farmaci antidepressivi, in special modo quelli che combinano un’azione sul sistema serotoninergico e noradrenergico, hanno dimostrato un’azione vasomotoria in grado di contribuire acontrastare le vampate e la sudorazione conseguente.
In conclusione, è sempre consigliabile riferire al proprio Medico e/o al Ginecologo di fiducia l’insorgenza di disturbi di questo tipo, soprattutto quando determinano un disagio soggettivo significativo, evitando rimedi “fai da te” che non sempre sono efficaci e talora possono risultare controproducenti.