Periodo a rischio
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La menopausa corrisponde al momento in cui la vita riproduttiva della donna raggiunge la sua fisiologica cessazione a causa dell’esaurimento della funzione ovulatoria. La catena di eventi ormonali che ne derivano conduce gradualmente allacessazione della ciclicità mestruale, ma anche a molte altre modificazioni dell’organismo.
In genere, la menopausa si colloca in un’età variabile tra i 44 ed i 55 anni ed è preceduta da un periodo, detto perimenopausale, che inizia in media 5 anni prima, durante il quale si osserva il passaggio progressivo da cicli regolari alla scomparsa totale dei flussi mestruali. In questa fase possono comparire irregolarità mestruali, con allungamento/accorciamento della durata dei cicli e talora con comparsa di menorragie e/o di flussi d’intensità decrescente.
All’origine di tali modificazioni sta la diminuzione degli estrogeni circolanti ed in particolare dell’estradiolo. Gli estrogeni esercitano anche un ruolo importantissimo nella modulazione della neurotrasmissione cerebrale ed in particolare sul controllo dei circuiti implicati nella patogenesi dell’ansia; questo fa del climaterio, soprattutto della fase perimenopausale, durante la quale si assiste al declino della funzione estro-progestinica, un periodo particolarmente esposto all’insorgenza di alcuni disturbi psicopatologici, come ansia, insonnia, irritabilità ed instabilità dell’umore, che fanno parte, insieme con le manifestazioni metaboliche e disautonomiche tipiche, della sindrome menopausale.
Ciononostante, contrariamente ad una convinzione diffusa, il rischio di sviluppare un disturbo depressivo nella popolazione femminile non aumenta dopo la menopausa, se non in presenza di alcuni specifici fattori di rischio.